Case per cooperative "I quattro samurai"

Progettati su incarico di una cooperativa nell’area del Piansevero, “i quattro samurai” sono stati chiamati così dalla cittadinanza in ragione della particolare forma della loro copertura. L’intervento, composto di quattro edifici posti su di un leggero declivio, si distingue per la cura con cui è stato definito lo spazio urbano. Una composizione di pieni e vuoti nelle facciate e un uso sapiente del dislivello ne fanno una presenza discreta e interessante.

Sul finire degli anni ’50 - di lì a poco sarebbero iniziati gli studi per il PRG - una cooperativa affida all’architetto l’incarico di progettare degli appartamenti, localizzati nell’area di Piansevero. L’intervento viene elaborato adagiando quattro edifici distinti su un’area in leggera pendenza. Il problema della pendenza viene risolto dal progettista ricavando, dove il terreno scende, un ulteriore livello, cosicché uno stesso organismo presenta sui lati un diverso numero di piani (2, 3 o 4). Le unità architettoniche sono collocate internamente e a un livello più alto rispetto alla strada principale; esse definiscono un vero e proprio spazio urbanistico. Infatti, i due percorsi, che dalle strade pubbliche conducono alle residenze, confluiscono nella via centrale delimitata da due degli edifici, per poi diramarsi nuovamente, ruotando intorno alle quattro palazzine. Tale piccolo spazio urbano ben evidenzia come le strade, in questo caso interne, non siano solo dei percorsi, ma veri elementi costituenti. La composizione fa perno sui due edifici allineati frontalmente, al vuoto della strada d’accesso si commisura il pieno del terzo fabbricato: la parete - priva di finestre - si propone come prolungamento della strada e al contempo muro di contenimento. Di fronte a quest’ultimo, su un livello inferiore, viene collocato l’ultimo edificio. All’essenziale linearità delle testate laterali prive o quasi di aperture, si contrappongono le facciate, dilatate in una alternanza di pieni che fuoriescono e vuoti che retrocedono.
La copertura rappresenta l’elemento nodale della costruzione, a tal punto che la cittadinanza, proprio per la sua forma orientalizzante, ha denominato il gruppo di abitazioni «i quattro samurai». Inoltre grazie alla copertura l’insieme edilizio è distinguibile anche dall’area immediatamente fuori la porta di Santa Lucia che delimita il confine tra la città storica e la nuova zona di espansione.
L’intero complesso si inserisce perfettamente nell’ambiente circostante e non lo appesantisce, al contrario dalla strada l’esistenza dei quattro palazzi è appena accennata (per esempio, nella parte posteriore si intravede solo una delle coperture circondata dal verde). La conformazione del tetto, l’eterogeneo trattamento delle facciate, la presenza di lati minori che smussano gli angoli dell’apparente quadrilatero, fanno sì che gli edifici osservati da uno stesso punto sembrino diversi tra loro. Si viene in questo modo determinando un ritmo incalzante e nei singoli edifici e nello spazio urbanistico che essi organizzano.
La scelta dei materiali - il mattone e i coppi per il tetto - è dettata da quella ricerca di continuità con il carattere del luogo e di comprensione nei confronti dell’ambiente naturale.






