Case per dipendenti dell'Università

Le case per i dipendenti dell’Università sono situate a nord-ovest del centro storico, nella direzione che sarà in quegli anni individuata per l’espansione della città. L’organismo si compone di sei cellule, ognuna contenente due appartamenti. Le unità, apparentemente uguali tra loro, seguono in realtà la pendenza del terreno; è il grande tetto a falda continuo a uniformare tutto il complesso. Nei fronti, De Carlo gioca abilmente con una composizione di pieni e vuoti.

Situato a nord-ovest del centro storico, nell’area dell’Annunziata, l’organismo si compone di sei cellule uguali che seguono, a schiera, il declivio naturale. Sul pendio si modellano dolcemente le facciate inarcate che conferiscono al corpo di fabbrica il particolare aspetto curvilineo. Ogni unità accoglie due appartamenti in duplex: cucina e soggiorno al piano terra, zona notte al livello superiore. La pendenza del terreno genera dei dislivelli tra le cellule, superati operando leggeri sfalsamenti nei punti di giuntura. Il tetto continuo viene uniformato ai livelli del terreno variando la lunghezza delle falde. La copertura in coppi è sorretta da uno scheletro di travi in cemento armato che trova appoggio nei setti portanti trasversali. Le estremità del tetto seguono l’andamento arcuato della facciata e assumono, in questo modo, un profilo segmentato che la lunga distanza dissimula, mostrandolo continuo.
Tutto l’insieme è inoltre caratterizzato da una successione di vuoti e di pieni; ai vuoti dei balconi e delle verande delle facciate principali corrispondono i pieni del retro. In questo modo gli uni trovano consistenza nella presenza celata degli altri e viceversa. Non esiste conflitto: il vuoto conta quanto e più del pieno laddove accolga quei momenti di tempo libero e socialità necessari ad ogni individuo. Si riscontra nella sequenza degli edifici una perfetta armonia con l’ambiente circostante. Essa è data sia dalla morfologia costruttiva che non si oppone a quella naturale delle colline, anzi la rispetta, sia dalla natura dei materiali usati. Il mattone - elemento costruttivo tipico della città rinascimentale - alternato al marrone degli intonaci, riprende le tonalità della campagna urbinate. Infine, il ritmo di tutto il corpo architettonico è accentuato da piccoli ma importanti accorgimenti formali come i camini riecheggianti quelli rurali o i giochi cromatici dei mattoncini orizzontali intercalati ai verticali, ai quali la luce solare assegna le diverse sfumature. Le differenti posizioni dei mattoni non solo arricchiscono gli edifici di un ritmo cromatico, ma contrassegnano anche i vuoti dei garage dai pieni degli appartamenti, accompagnano la linea segmentata del tetto evidenziandola, ovvero acquistano nei confronti di tutto il complesso un valore fortemente semantico.
Vista dal Palazzo Ducale
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