Data o Orto dell'Abbondanza

Stalle ducali costruite da Francesco di Giorgio Martini, la Data occupa il fronte orientale del Piazzale del Mercatale. La struttura, da secoli in rovina, nell’800 era stata anche riempita del terreno di riporto: da qui l’appellativo di Orto dell’Abbondanza. De Carlo studia, per decenni, numerose soluzioni di riuso. Nel 1998, prende avvio il cantiere dell’“Osservatorio della Città” che purtroppo - anche per polemiche sul progetto - non è mai stato concluso.

La Data è ciò che rimane delle antiche stalle del Duca, l’organismo architettonico ricavato tra il torrione e il baluardo di Santa Caterina che si affaccia sul Mercatale. Costruita su progetto di Francesco di Giorgio Martini, essa includeva la «scala a lumaca» e le stalle capaci di contenere fino a «300 cavalli, 150 per ogni parte»; inoltre la sala del Maniscalco oggi restaurata - la si raggiunge dalla Rampa -, le stanze per il maestro di stalla e per gli stallieri, infine il laboratorio. Questi ultimi tre locali erano collocati sopra il vano in cui termina la scala elicoidale. La progressiva caduta della copertura e gli interventi urbanistici ottocenteschi - che videro la creazione del corso prima e del teatro poi - trasformarono lo stallone dei Duchi in un grande contenitore di terra. Da qui l’appellativo di Orto dell’Abbondanza.
Il recupero di questo manufatto era già contenuto nell’Operazione Mercatale. Dalla prima proposta progettuale del 1969-70 che lo destinava a mensa universitaria ne sono seguite altre fino all’ultimo progetto esecutivo del 1998 con il quale la Data viene recuperata come “Osservatorio della Città”. L’archetipo di questo progetto va fatto risalire all’Outlook Tower di Edimburgo ideata da Patrick Geddes agli inizi del secolo scorso. L’Outlook Tower era un antico edificio che venne trasformato in un luogo civico per osservare e studiare la città, mettendola in relazione anche alle altre realtà urbane e al territorio. Nel progetto di Giancarlo De Carlo la Data assume le stesse valenze; con i mezzi odierni diviene uno spazio polifunzionale fornito di biblioteca, di aree espositive, di un centro di studi multimediale. L’intento del progettista è dunque quello di fare partecipe il cittadino, dal bambino al filosofo, di un laboratorio continuo o ancor meglio di un processo che trasformi il problema astratto della città contemporanea in una questione civica: «Riteniamo che ora sia sufficientemente chiaro il criterio generale: una visione civica e sociale, conseguita analizzando aspetti particolari di carattere locale, studiati con impegno scientifico, ma tuttavia senza perdere il contatto con il più vasto mondo».




